Il Linguaggio Verbale è la Caratteristica che ci Distingue dagli Animali

Mada Alfinito 20/09/2017 0

 

"Non c’è nulla di più nobile che riuscire a catturare l’attenzione delle persone con la parola"

(Marco Tullio Cicerone)

 

Il nostro viaggio alla scoperta degli elementi di una buona comunicazione inizia con un grande autore: Marco Tullio Cicerone. Egli nacque nel 106 a.C. ad Arpino. Fu console della Repubblica romana e si distinse per il grande contributo apportato alla cultura latina come avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo. Egli scrisse: “Non c'è nulla di più nobile che riuscire a catturare l'attenzione delle persone con la parola, indirizzare le loro opinioni, distoglierle da ciò che riteniamo sbagliato e condurle verso ciò che apprezziamo.[…] Ciò per cui noi uomini ci distinguiamo dalle bestie è essenzialmente il fatto che dialoghiamo tra di noi e possiamo esprimere parlando le nostre emozioni.” [1]

In un'epoca come la nostra nella quale l'uomo viene sempre più paragonato alle bestie, sia per i suoi istinti e comportamenti sia per la sua costituzione fisica, il pensiero che Cicerone ci ha lasciato irrompe nel modo ormai abituale di concepire la nostra umanità come animalità.

Il linguaggio parlato è ciò che principalmente ci rende diversi dagli animali e da tutte le altre forme di vita sulla terra. Solo e soltanto gli esseri umani possiedono l'apparato fonatorio. Esso, come tutti gli altri organi del nostro corpo, si sviluppa man mano che un bambino cresce ed è proprio perché esso si forma e trasforma gradualmente nel tempo che i bambini sono capaci di articolare le prime parole in modo impreciso solo dopo i primissimi anni di età (Pinker, 1994). [2]

Questo dato scientifico ci porta a riflettere sull'uomo da un punto di vista diverso dal solito. Quale potrebbe essere lo scopo della natura nell'aver fornito proprio a lui e a nessun altro essere vivente questa caratteristica unica e speciale? Non abbiamo una risposta a questa domanda. Ancora oggi molti si interrogano riguardo il vecchio dibattito tra creazionisti ed evoluzionisti: i primi credono che l'universo sia stato creato da Dio con una finalità ben precisa, i secondi non credono che la natura sia opera di un Dio e ritengono che non ci sia intenzionalità nelle leggi che goverano l'universo.

Ciò su cui possiamo però interrogarci con maggiore possibilità di successo nel fornirci una risposta soddisfacente è in che modo il linguaggio verbale possa essere per l'uomo una risorsa preziosa. Cicerone pone l'attenzione sulle emozioni: il linguaggio verbale ci permette di comunicare stati d'animo. Ma quali? Amore, benevolenza, gioia? Non solo questi ma anche odio, rancore, tristezza, rabbia, malinconia e molti altri. Esso è un vero e proprio vaso di Pandora: aprire il sigillo delle nostre labbra può innescare meccanismi senza ritorno, nel bene e nel male.

Il linguaggio verbale, lo dice il console stesso, è una potente arma di dominio. Se usato in maniera adeguata può addirittura aiutarci a persuadere una persona a spostare le sue preferenze in favore delle nostre. Al tempo in cui egli stesso viveva era frequente l'uso della retorica per difendere una causa ad ogni costo. Vi erano moltissime persone alle quali non importava affatto comunicare la verità dei fatti, soprattutto nei tribunali. Esse miravano ad ottenere la ragione la quale, a sua volta, avrebbe portato loro possibilità di vittoria e dominio e l'unico modo per riuscirci era affrontare una disputa dialettica tenuta dai difensori delle parti in causa.

La parola, dunque, è croce e delizia dell'essere umano. Dante ci aveva ricordato quanto un linguaggio pieno di amore e passione avesse aiutato i suoi genitori ad innamorarsi ed unirsi al punto tale da concepire un figlio. La storia e la vita di tutti i giorni, invece, ci ricordano anche che la parola può diventare un mezzo per sopraffare altre persone diventando fonte di separazione e sofferenza.

Ora che abbiamo scoperto una delle prime grandi risorse del nostro linguaggio, vi suggerisco una strategia che potete applicare per migliorare la vostra comunicazione interpersonale: siate sempre consapevoli del potenziale del mezzo di comunicazione che volete utilizzare e individuatene pregi e difetti al fine di ottimizzare il suo utilizzo.

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Note:

[1] M. T. Cicerone (55-54 a.C.), De Oratore;

[2] S. Pinker (1994), L'Istinto del Linguaggio. Come la Mente crea il Linguaggio, Arnoldo Mondadori S.p.A., Milano (2008).

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Mada Alfinito 13/11/2020

Comunicare il Perdono

Questo che stai per leggere di seguito non è un articolo ma un post che ho pubblicato sulle mie pagine social e che riporto anche qui, sul sito, per agevolare ai lettori la consultazione del materiale che pubblico.

Molti credono che perdonare qualcuno per un torto subito sia esclusivamente un atto del cuore. In realtà, il perdono è prima di tutto un atto comunicativo.

Per domandarlo e riceverlo, infatti, è necessaria la mediazione della parola (scritta oppure orale) ed è l’unico modo per sperare di andare incontro ad una riconciliazione. Solo a quel punto l’interlocutore potrà valutare intimamente se è pronto a concederlo e anche in tal caso è solo e soltanto tramite la comunicazione che sarà sancita la pace.

Chiedere perdono, però, non basta. Affinché un rapporto torni a splendere è necessario che la parole siano suffragate dal comportamento. Chiedendo scusa, infatti, il soggetto si sta impegnando implicitamente a smettere del tutto (o almeno provarci) di compiere quelle azioni che feriscono tanto l’altro. Solo in questo modo il perdono potrà essere completo, il resto sono solo parole.

Di questo argomento ne parlo in maniera approfondita su YouTube: Come Disinnescare una Lite

Ti è mai capitato di vivere questa situazione? Come hai reagito? Se questo post ti è piaciuto e lo hai trovato utile, condividilo sui tuoi social preferiti. Per una consulenza su come costruire una comunicazione efficace e raggiungere i tuoi obiettivi, contattami.

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Mada Alfinito 21/01/2021

Come Parlare dei Tuoi Successi

Questo che stai per leggere di seguito non è un articolo ma un post che ho pubblicato sulle mie pagine social e che riporto anche qui, sul sito, per agevolare ai lettori la consultazione del materiale che pubblico.

Nel mio post precedente Autocelebrazione? No, Grazie ti ho spiegato quali sono due gravi errori da evitare se non vuoi perdere credibilità agli occhi del tuo pubblico, ovvero:

  1. Proclamarti espert* di un settore di cui non sei un professionista o non hai acquisito le competenze necessarie;
  2. Parlare di te stess* con arroganza, sminuendo il valore altrui.

In questo post ti spiego come parlare dei tuoi successi in modo sano preservando la stima del tuo pubblico e dei tuoi collaboratori:

  • Parla dei risultati raggiunti in modo obiettivo. Non riportare dati e testimonianze false: presto o tardi le menzogne vengono a galla e questo comportamento ti danneggerà;
  • Se non hai ancora ottenuto risultati o riconoscimenti nel tuo campo non hai nulla di cui vergognarti: spiega apertamente alla tua audience che stai imparando quel mestiere o che desideri farlo: questo atteggiamento ti farà apparire genuin* e volenteros*;
  • Quando raggiungi un successo non fare il protagonista. Se sei arrivato a quel risultato sei stat* brav* ma se non fosse per l’esempio che hai ricevuto da altri professionisti e per il supporto delle persone che ti hanno incoraggiato non avresti ottenuto certamente quel risultato;
  • Ringrazia sempre personalmente coloro che ti hanno ispirato o supportato: dire grazie non è una forma di concessione ma un dovere che, più di tutto, ti rende credibile.

Di questo argomento ne ho parlato anche in un video YouTube: Come Parlare dei Tuoi Successi

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Mada Alfinito 05/01/2021

Come Farti Rispettare

Questo che stai per leggere di seguito non è un articolo ma un post che ho pubblicato sulle mie pagine social e che riporto anche qui, sul sito, per agevolare ai lettori la consultazione del materiale che pubblico.

Nel post di oggi lascio la parola a Dale Carnegie[1]:

"Ogni essere umano desidera essere trattato con equità. Quando non siamo trattati nel modo giusto, dovremmo lottare per essere trattati correttamente. Non dovremmo far finta di niente o fare buon viso a cattivo gioco, come accade nella maggior parte dei casi. Per essere trattati equamente, dobbiamo esprimere chiaramente, con tatto ed efficacia,desideri, bisogni, opinioni, lamentele e altre pulsioni. Dobbiamo esprimere i nostri bisogni ma abbiamo la responsabilità di farlo in modo appropriato.

Per poterlo fare è necessario ricorrere allassertività, ovvero la capacità di parlare e agire in modo talmente naturale da suscitare attenzione e positività nell’interlocutore. L’assertività si trova a metà strada tra gli estremi di una sconsiderata aggressività e di una passività disfattista. I soggetti aggressivi sono egocentrici, avventati, ostili, arrogantemente pretenziosi e respingenti. I soggetti passivi sono deboli, sottomessi e irrispettosi delle proprie basilari esigenze. Anch’essi finiscono per allontanare tutti... tranne i soggetti aggressivi! La reazione eccessivamente passiva è quella eccessivamente aggressiva sono essenzialmente comportamenti infantili.

L’assertività rappresenta un antidoto alla paura, alla passività e alla rabbia, tutte emozioni di tipo infantile. Assertività significa sapersi esprimere, fare richieste ragionevoli, sostenere che i vostri diritti devono essere rispettati in quando siete un essere umano importante come tutti gli altri. L’assertività è la capacità di contestare l’autorità in una prospettiva positiva. È il potere di chiedere perché non soltanto per ribellarsi, ma per assumersi le responsabilità di operare in modo migliore."

E tu, sai essere assertivo? Se questo post ti è piaciuto e lo hai trovato utile, condividilo sui tuoi social preferiti. Per una consulenza su come costruire una comunicazione efficace e raggiungere i tuoi obiettivi, contattami.

Note:

[1] Tratto da: Dale Carnegie, Le Cinque Qualità Essenziali, pp. 9-13, Giunti Bompiani (2019).

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